preludio al terrore

Club degli editori (su licenza Mondadori), Milano 1979, pp. 346.
Rilegatura rigida con sovracopertina.

Dalì, Turner, Rembrant, Rubens: i più grandi pittori di tutti i tempi e di tutti i paesi sono presenti alla Galleria Schofeld di New York dove lavora, come esperto d’arte, Colin Grant. Quella sera, cocktail con champagne, uno dei tanti vernissage. L’arrivo di Lois westernbrooke segna una svolta nella vita di Colin. Lois è una donna affascinante ma soprattutto è la segretaria di Victor Basset, il grande collezionista, e in questa veste offre a Colin una proposta rischiosa e inattesa. Sta per aprirsi un’asta in Europa, a Vienna, dove verrà messo in vendita un prezioso quadro di Ruysdael. Baset lo cerca da anni, lo vuole a tutti i costi e Grant dovrà fingere di acquistarlo per sè, per non far salire troppo il prezzo. La proposta è resa allettante da un compenso di quattromila dollari. Protagonista improvvisato di una avventura clandestina, Grant si adegua prontamente al suo ruolo. Viaggiare potrebbe essere la medicina che lo aiuterà a sopportare l’immatura morte della moglie Jennifer. Ma a Vienna lo attende anche un taxi col quale inizierà un viaggio tortuoso e sospetto. C’è una piccola Fiat in panne e due persone che chiedono un passaggio. Lui si chiama Renwick, è americano, Lei è inglese, la deliziosa Avril Hoffman. Sembrano molto informati. Sa, Grant, cje molti profughi e trasfughi comunisti sono agenti del KGB o spalleggiatori di gruppi terroristici che finanziano con rocambolesche operazioni, anche vendendo opere d’arte? Grant non sembra rendersi conto del tutto della situazione in cui è venuto a trovarsi. Giorno per giorno la piacevole vacanza nell’incantevole atmosfera viennese si trasformerà in una partita con la morte. Una caccia all’uomo nella quale Grant si troverà a dover lottare per sè e per la donna che inaspettatamente ha iniziato ad amare.

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