Ritratto a tinte forti
Autore: Corso Carla, Landi Sandra
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€ 12,50 IVA Incl.
CDE, Milano, su lucenza Giunti, 1991, pp. 296
Copertina rigida con sovracopertina
Nuovo incellofanato
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La lunga intervista antropologica di Sandra Landi a Carla Corso costruisce una storia di vita femminile che per certi versi ha molto in comune con le traiettorie della generazione del '68. Si riconoscono alcuni tratti propri delle donne cresciute negli anni cinquanta (l'intervistata è nata nel 1946), come l'ansia di trasgressione esistenziale e sessuale - per liberarsi della "verginità maledetta" - il rapporto privilegiato con un maschile da sfidare, affascinante e minaccioso, il rifiuto di un femminile debole e decaduto, più straziantemente seduttivo, che condurrà molte al rifiuto o alla tarda accettazione della maternità, "per libertà, paura, egoismo". Andar via di casa, essere libere, vivere negli alberghi, viaggiare per mezza Europa in autostop con pochi soldi, "épater" i benpensanti e rispettare le prostitute, sono tutti comportamenti e atteggiamenti narrati nell'autobiografia di Carla Corso, ma che si possono ascoltare nelle storie di molte altre sue coetanee. Anche la prostituzione viene raccontata con l'uso di concetti sessantotteschi come "fermento, movimento", "vietato vietare", "vivere alla giornata", insomma libertà e autoaffermazione che si trasformano in un più aggressivo modello di imprenditorialità sul mercato del sesso. Gonnelloni colorati come nuova attrattiva per i clienti, ma anche autogestione e prezzi più alti.
Il quadro di un certo mondo della prostituzione che così emerge non è solo un brillante esempio di letteratura picaresca, come osserva Dacia Maraini nella prefazione. È una fonte di grande interesse per lo studio storico del fenomeno e del suo ruolo sociale. In un libro che è diventato un classico sull'argomento, (da L'Indice, recensione di Passerini)